Come risolvere l'errore "H2O" dell'asciugatrice

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La mia compagna mi avvisa di un segnale di anomalia dell'asciugatrice: errore H20 ma la vaschetta di raccolta dell'acqua é vuota. Ho quindi iniziato a fare delle prove. Se anche riprovavo a far partire l'elettrodomestico, dopo pochi minuti si bloccava con lo stesso codice errore. Il libretto di uso e manutenzione alla pagina "risoluzione errori" non dava alcuna informazione utile così come il web non mi è stato di aiuto. Di conseguenza ho fatto ripartire l'asciugatrice mentre cercavo di capire se si sentivano dei rumori strani. Effettivamente nella parte posteriore in uno spazio celato da un involucro in plastica bianca si avvertiva un rumore che era sintomatico di un qualcosa che non funzionava a dovere. Ho quindi iniziato a smontare la parte posteriore e, sopresa, ho visto che la girante dell'elettropompa era rotta con le due alette tranciate di netto:
Immagino che tale rottura si sia verificata per fatica. Codice alla mano dell'elettropompa ho fatto una ricerca per verificare la possibilità di trovare un ricambio utile. Incredibile ma vero ho visto che su amazon tale pezzo era disponibile. Le dimensioni e la forma dell'oggetto mi hanno fatto pensare che potesse essere utile replicarlo usando una stampante 3D. Ho quindi realizzato modellato il pezzo con Rhinoceros. Le misure riportate sono in millimetri:
Ho quindi mandato in stampa il pezzo usando un filamento specifico. Tra le diverse opzioni disponibili ho optato infatti per un filamento flessibile, il ninjaflex. Tale materiale ha un livello di durabilità elevato se paragonato con le altre opzioni commerciali disponibili. L'oggetto stampato si presenta così:
Ho quindi rimontato la girante sull'elettropompa e rimontato il tutto:
L'errore non si verifica più! Lascio i file .3dm e .stl per chi ne avesse bisogno.

Dragona incorporata nell’impugnatura dell’arco

Dopo lo studio iniziale riguardante la possibilità di utilizzare tecniche di AM e scansione 3D per la realizzazione di una impugnatura personalizzata per arco (vi rimando a questo post per i dettagli), oggi vi presento una possibile soluzione che tende a migliorare il feeling tra l’arco e l’arciere, limitando al minimo eventuali condizioni di stress che possono incidere sulle performances dell’atleta.
Parliamo oggi quindi della dragona, vale a dire di quell'attrezzo che lega la mano al riser evitando che questo possa cadere a terra durante la fase di rilascio. In commercio ne esistono sostanzialmente di due tipi: da polso e quelle da dito. Quest’ultima è più economica, spesso usata dalle società sportive nei corsi iniziali, è, a detta di alcuni, fastidiosa. Spesso infatti la si sostituisce con la soluzione da polso che è senza dubbio più comoda in fase di tiro ma il gesto che serve per collegare la dragona al riser prima dei tiri e quello per scollegarla a fine serie, rende quest’oggetto noioso e poco pratico. Diciamolo senza mezzi termini: la soluzione da polso è usata solamente perché non esistono soluzioni alternative valide e pratiche.
Data questa situazione iniziale e gli inconvenienti dei due tipi di dragona oggi disponibili, vi spiego la soluzione alla quale sono arrivato. In pratica, ho pensato ad un upgrade della grip customizzata e stampata in 3D, con una dragona incorporata. Ho quindi progettato un foro nella parte bassa della grip dal lato opposto rispetto all’impugnatura:


Ho utilizzato tale foro per allacciarvi la dragona che è stata realizzata intrecciando dei cordini di filo nero con la stessa tecnica usata per realizzare le dragone degli archi compound. La lunghezza della parte intrecciata deve essere uguale alla "circonferenza" della mano presa in prossimità dell’innesto delle dita con il palmo della mano, escludendo il pollice. Così facendo l’ampiezza della dragona sarà tale da permettere facilmente il passaggio della mano che va ad impugnare l’arco ma non eccessiva per evitare che l’arco in fase di rilascio possa scivolare via. Tra l’altro il punto di ancoraggio della dragona alla impugnatura è nella parte bassa, ad una altezza differente rispetto al punto di perno tra la curvatura della grip e l'incavo della mano e ciò contribuisce ad evitare che la mano possa sfilarsi dalla dragona. Inoltre, la resistenza meccanica in trazione del flexpla è nettamente superiore a quella del pla tradizionale per cui non ci sono problemi di tenuta della grip in fase di distacco del riser dalla mano dell’arciere. Vi mostro un breve video che fa vedere la facilità di impugnatura e la tenuta della grip in fase di rilascio (simulato lasciando cadere l'arco):


E qui un ulteriore video in reali condizioni di utilizzo che fuga ogni dubbio sulla reale efficacia della soluzione (si noti all'inizio la facilità/velocità di impugnatura e alla fine la tenuta dopo lo scocco della freccia):



Spero che questa soluzione possa essere di vostro interesse. Per maggiori info contattatemi. Vi ricordo che tale articolo è rilasciato mediante licenza CC BY-NC-SA


Porte interne, i dettagli che fanno la differenza...

Se avete sostituito o avete intenzione di sostituire le porte interne del vostro appartamento allora questo post potrebbe incusirvi ed esservi utile.
A casa abbiamo sostituito di recente le porte interne, quelle classiche in mogano col vetro che fanno tanto anni '70. Abbiamo optato per delle porte "moderne" con telaio in legno listellare di abete, cerniere invisibili e serratura magnetica. La finitura è in larice ghiaccio che associa i colori del marrone, grigio, beige a delle leggere sfumature di azzurro. 
Osservando le porte a anta battente vi accorgerete che sono praticamente tutte fissate con delle viti che agganciano il telaio al falso telaio ancorato a sua volta al muro. Sui due lati verticali del telaio ci sono tre viti: una in alto, l'altra in basso e una al centro. Alcuni produttori di porte mettono a disposizione dei tappini che vanno a coprire la testa della vite. Sarà stata la finitura particolare o chissà cosa ma con le mie porte non erano disponibili questi tappini. Mi sono ritrovato quindi delle porte bellissime con delle viti a vista di acciaio bruttissime come nel dettaglio in foto: nello specifico è ripresa la vite in basso del montante di sinistra, lato serratura.



Ho preso quindi uno dei tanti pezzi tagliati per adattare a regola d'arte le porta al muro:



Ho scaldato la superficie con un phon: l'ideale sarebbe stata la pistola termica ma non ce l'ho e quindi ho ripiegato sull'asciugacapelli che funzione bene ugualmente, basta avere solamente un po' di pazienza in più. Dopo aver scaldato la superficie di uno dei pezzi, ho iniziato a staccare il rivestimento tirandolo delicatamente. Da questo rivestimento ho ricavato dei quadratini di dimensioni 1x1 cm:



Ho quindi provveduto ad incollare i quadratini sulle teste delle viti: ho utilizzato una colla pastosa che fa effetto ventosa e tiene sin da subito il pezzettino quadrato appiccicato al montante, evitando che possa staccarsi. Ho anche provveduto a selezionare i quadratini cercando di adattare le venature variabili a quelle dei vari montanti.
Il risultato è questo:



L'operazione è stata quindi ripetuta per tutti i fori delle varie porte. 
Questo piccolo intervento ha aumentato notevolmente il senso di appagamento e soddisfazione nell'aver scelto queste porte. Spero che questa mini guida possa esservi utile.

Riuso creativo dell'ennesima scatola di cartone da imballaggio... di Amazon

Puoi trovare la versione in inglese di questo post >qui< . Di recente è nato mio figlio Michele, uno splendido bambino 😊. È il mio pr...